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ADESSO BASTA!

Il giorno 13/6 u.s. si è tenuto il Tavolo RSU avente per ordine del giorno “Composizione del Tavolo”. E già, perché, nonostante le RSU siano scadute dal lontano 2015 e le persone che, per le segreterie confederali si avvicendano al Tavolo, da qualche tempo a questa parte, siano sempre le stesse, “qualcuno” ritiene che la composizione del Tavolo RSU non corrisponda al dettato del CCNL Federculture RINNOVATO. La discussione è stata veramente surreale: se l’O.S. CGIL invoca l’applicazione del CCNL per tale composizione, tutti devono essere d’accordo. Ma se l’O.S. CISL FP ribatte che Il CCNL si deve applicare in toto e correttamente, così come disposto dal rinnovato contratto…allora non va bene. Il nostro CCNL è chiaro: l’Azienda non può procedere autonomamente al calcolo del monte ore spettante, perché solo il “Comitato Nazionale dei Garanti” (art. 13 bis del CCNL) ha la prerogativa di effettuare una verifica puntuale della rappresentanza su tutto il livello nazionale. Eppure il CCNL firmato da CGIL CISL e UIL, oltre che dall’UGL, parla chiaro: l’art. 10 del nuovo CCNL sancisce che “la RSU assolve funzioni di agente unitamente alle strutture sindacali territoriali delle OO.SS. firmatarie del CCNL”: in virtù di questo, siamo convinti che sia corretto dare spazio al Tavolo RSU alla più ampia rappresentanza di lavoratori indicati come delegati sindacali dalle Segreterie delle OO.SS. e alle medesime condizioni affinché sia garantita la parità di condizioni ai soggetti interessati a partecipare alla contrattazione e questo perchè quella stessa norma attribuisce la medesima titolarità alla contrattazione presso i tavoli negoziali. Accettare le proposte che stanno venendo avanzate dall’O.S. CGIL oggi comporterebbe, non soltanto un elemento peggiorativo rispetto ai trascorsi 23 anni di contrattazione (che hanno consentito una pluralità di partecipazione) che farebbe venire meno quell’obbligo che la parte datoriale ha di garantire un’uniformità di trattamento, ma escluderebbe, di fatto, dal tavolo la partecipazione di 2 sigle sindacali…e questo sarebbe grave!
Per non parlare, poi, del numero dei “rappresentanti sindacali”, dove il CCNL non individua un numero specifico e non lo fa neanche per l’azienda affinché sia tutelata la più ampia autonomia delle parti nella scelta dei propri rappresentanti…infatti sia l’azienda che le stesse OO.SS. che oggi affermano il contrario, hanno sempre portato al tavolo ogni persona che ritenevano utili alla discussione. E’ già da un po’ che l’atteggiamento ostruzionistico portato avanti da questa sigla che, con motivazioni risibili (una volta è stata una vignetta satirica, oggi è la presenza al tavolo di persone a loro non gradite) rallenta o ferma i lavori del Tavolo RSU. Come ora: non tutte le sigle presenti al tavolo concordavano sulla proposta aziendale di regolamentare in altro modo rispetto a quanto avvenuto sino ad ora il Tavolo RSU, e così non si è firmato nessun accordo in tal senso e l’O.S. CGIL ha tenuto a ribadire che sino a che non si dirimerà questo tema non ci saranno altre discussioni. Salvo avere tirato in ballo anche l’esigenza (legittima e supportata da TUTTI i presenti al tavolo) delle criticità sulla mancata discussione relativa le turnazioni, come previsto dal CCNL. Alla domanda della RSU USI/CT&S su “quanto si volesse portare avanti questo muro contro muro” che, di fatto, congela le discussioni che stanno a cuore a tutti noi, dipendenti Zètema (Piano ferie, Erogazione Premio 2022, Discussione Premio 2023, Valorizzazioni e tanto altro) si è sviluppato un acceso confronto tra la stessa RSU USI/CT&S e l’intera compagine dell’O.S. CGIL
che, come unico elemento di risposta, considerato utile dalla stessa, ha ritenuto doveroso denigrare il fatto che, lo stato d’agitazione, promosso unitariamente da 4 sigle!, fosse durato un fine settimana. Deve essere sfuggito a costoro come funzioni uno stato d’agitazione: si arriva alla proclamazione in mancanza di risposte a solleciti ribaditi in un certo arco di tempo, ritenuto congruo, in cui si cercano dialogo e mediazione. In mancanza di ciò si proclama lo stato d’agitazione. Ma se i tempi, per la controparte, sono stati maturi al punto tale da sottoscrivere un verbale in cui si sono raggiunti punti di intesa e chiarimenti sulle richieste promosse, perché si dovrebbe prorogare uno stato di agitazione? Per fare scena? Certo, ci sarebbe da pensare che, qualcuno, in passato lo abbia fatto, ma no, non può essere…lo stato d’agitazione è una cosa molto seria, non uno spauracchio da sventolare solo quando ci siano, eventuali, interessi INDIVIDUALI da curare. Riteniamo che questo atteggiamento ostruzionistico portato avanti in maniera spregiudicata dall’O.S. FP CGIL in primis, non sia proficuo né per la sigla medesima né per i lavoratori tutti. Nessuna delle organizzazioni firmatarie di questo comunicato ha fatto mancare la propria collaborazione relativamente a temi concreti: per esempio, il piano ferie ancora da firmare, il premio di produzione da erogare, il nuovo piano delle valorizzazioni, i chiarimenti sul telelavoro e quanto altro…compreso le divise dei lavoratori che, come ha ricordato da un RSU CGIL, sono oggetto di trattativa. Stranamente, al momento utile per “trattare” il tema delle divise del territorio, dell’O.S. CGIL e dell’O.S. UIL PA non si è presentato nessuno e gli unici che hanno potuto dare il proprio contribuito sono stati i delegati CISL FP e la RSU/USI CT&S che ha, anche ricordato all’Azienda che per un tema importante come quello delle divise per il Territorio e per siti archeologici necessiterebbe la collaborazione sinergica con gli RLS che, ahimè, due su tre, combaciano con la figura di quegli RSU che non vogliono partecipare fino a che non si dirime la questione della composizione del tavolo… Insomma, un cane che si morde la coda… ma i danni del suo morso li pagano i dipendenti Zètema. TUTTI!

Scarica il PDF del comunicato https://www.zetemacisl.it/wp-content/uploads/2023/06/Comunicato-unitario_13giugno.pdf

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